1 esempio di come un cambio luci può fare la differenza

Avete mai acceso la vostra abat jour preferita per creare l’atmosfera in casa? Invece che illuminare a giorno una stanza, quando guardate la Tv non preferite abbassare le luci? Non vi è mai capitato di accendere una lampada sulla scrivania per vedere meglio? Questi sono semplici esempi di come la luce influenza la vostra vita quotidiana. In questo articolo quindi voglio parlarvi di come un cambio luci può veramente fare la differenza.

Il cambio luci: dio salvi gli artisti ma soprattutto i musicisti

Gli artisti fanno incantesimi. Guardi un’opera d’arte ed entri in contatto con un mondo lontano. Assisti ad un balletto e senti l’energia trasmessa da quei corpi. Ascolti un testo e ti immedesimi nella storia raccontata. La musica è uno dei linguaggi non verbali più incisivi di tutti: non ha bisogno di traduzioni, non deve essere “capito”.

Basta ascoltare anche distrattamente e le note possono influenzare il nostro stato d’animo. I musicisti, sembrano gente strana: vivono in un mondo parallelo e sul palco hanno uno strano modo di muoversi mentre suonano. Solitamente non parlano, si vergognano quasi, chiusi tra accordi e melodie che sempre risuonano nella loro testa.

Come i ballerini sempre incastrati a pensare ai passi ed a massaggiarsi i muscoli. Come gli attori che provano sempre un ruolo e che a forza di immedesimarsi non si sa nemmeno più chi sono. Eppure in quel loro mondo in cui si ricerca sempre la perfezione, gli artisti e in special modo i musicisti, ci stanno tranquilli e senza ansie. Sospesi su una nuvola d’arte. Quando li guardi sorridono sempre. Niente Xanax, al massimo un antidepressivo.

Lo spettacolo del fine settimana

Nel fine settimana sono stato ad un concerto, un piccolo concerto, in quel luogo senza tempo che è la Casa del Jazz. Piccola parentesi su questo luogo stupendo di Roma prima di affrontare come il cambio luci può fare la differenza nel tuo evento.

Sala moderna e sullo stesso stile dell’Auditorium Parco della Musica, in un luogo antichissimo in cui i sanpietrini ne hanno vista di gente passare…anche la Banda della Magliana che ne deteneva la proprietà negli anni 80. La struttura, già presente nel ‘600, nel 1937 rinasce sotto il nome di Villa Osio.

Dal 2005 è passata alla gestione della Sovrintendenza Capitolina attraverso il ripristino dell’architetto Guido Ingrao. Ospita studi di registrazione, una biblioteca, un parco di 25.000 mq che d’estate vive notti magiche di musica sotto le stelle, un ristorante e un auditorium, ovvero una sala polifunzionale da 150 posti volta a rassegne cinematografiche, conferenze, lezioni e concerti.

Questa volta sul palco salivano Paolo Recchia e Luca Mannutza. Alto sax e piano. Una potenza. Per due ore ho dimenticato la realtà e i problemi quotidiani. 

L’allestimento tecnico e il cambio luci

Vediamo insieme come un cambio luci può fare la differenza. Qualche piccola considerazione.

Esterno. Già dall’entrata basterebbe illuminare il percorso e magari aggiungere un piccolo sottofondo musicale. Giusto per entrare nel mood della serata.

Interno. Sì certo, è una sala da concerto, quindi la cosa principale è l’ascolto. Ma mi sarebbe piaciuto vedere come la luce potesse accarezzare dei passaggi musicali. Far leva anche sulla vista oltre che sull’udito.

La fonte luminosa era accesa e fissa. Una diffusa, un classico piazzato, che illuminava tutto sempre e indistintamente. Qualche cambio luce avrebbe potuto valorizzare l’atmosfera: per esempio, nei momenti di assolo del piano sarebbe stato meglio vedere il sax in controluce e viceversa, per una questione di concentrazione scenica. Due erano le truss, una di controluce leggermente storta con 4 proiettori (di cui uno spento?) e una frontale con altri 4 corpi illuminanti.

In un posto così raccolto, luci meno invasive – più piccole e più gestibili come messa a fuoco e grado di proiezione – avrebbero migliorato l’impatto visivo. Cosa intendo? La sala è color legno, la par è nera, la truss è grigia, attaccata con un nastro bianco in tessuto SpanSet ad un paranco a catena. Lo schermo bianco per le proiezioni è arrotolato dietro. Tutto a vista. In un teatro ci sarebbero i cosiddetti cieli a coprire la sorgente luminosa, qui forse la truss di controluce poteva essere portata su a scomparsa.

Per quanto riguarda l’acustica, il controsoffitto con pannelli fono-riflettenti ed un rivestimento con pannelli in faggio funziona. Alcuni telefonini hanno creato dei piccoli problemi alle casse Meyer Sound. Nel 2020 ancora qualcuno fra il pubblico deve capire che i cellulari vanno messi in modalità aereo. L’impianto audio fornito da Agorà comunque era impeccabile.

La domanda che mi faccio sempre è: chi l’avrà notato oltre a me? C’è qualcuno in mezzo al pubblico che invece di fermarsi a guardare al centro della scena, nota anche il contorno scenotecnico?

Comunque datemi retta: qualsiasi impegno avete, lasciate perdere e andate a sentire Paolo Recchia, solista, in duo, trio o quartetto. Come vi capita vi capita.

Per concludere: Se stavi pensando di organizzare il tuo prossimo evento alla Casa del Jazz, ti prego, valuta anche un disegno luci ad hoc. Sarò felice di fornirti l’assistenza adeguata e di aiutarti a valorizzare il tuo swing! Puoi scoprire alcuni dei progetti che ho seguito personalmente o contattarmi per una consulenza gratuita.

Alessandro Molinari

Mi occupo di direzione della fotografia, lighting design e show design per spettacoli di danza, teatro, sfilate, programmi televisivi, cinema, convention e videoclip.

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